San Marco in Lamis: “No al servizio a domicilio se non per beni necessari”
di Dott. Rag. Michele Longo – titolare STUDIO LONGO
In questi giorni siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo in termini di rispetto delle regole, accompagnato da una grossa dose di buon senso e attenzione in ogni azione. Se ciò non avviene, il nostro territorio potrebbe trovarsi in una situazione sanitaria ed in subordine economica catastrofica.
Non nascondo che alcuni post simpatici che girano sui social e nelle chat fanno sorridere e sferzano il problema, ma credetemi quello che sta accadendo è una cosa grave. Ogni giorno in tutta Italia ci sono decessi e alcuni ospedali sono al collasso.
Per sopperire alla chiusura serale di bar, ristoranti e altri esercizi commerciali gastronomici come le pizzerie, l’ultimo decreto del Governo ha previsto, ed aggiungo in maniera irresponsabile, un rafforzamento delle consegne a domicilio in piena emergenza Coronavirus (mi auguro che a breve venga eliminata anche tale variante, come già avvenuto in alcune Regioni).
Se abbiamo 10 pizzerie che ogni sera fanno almeno venti consegne a domicilio, diventano 200 contatti al giorno, con la consegna di pizze con relativi pagamenti a stretto contatto con i clienti, che a loro volta potrebbero essere soggetti in quarantena, asintomatici o altro.
Potremmo dire che era meglio la preparazione e la consegna delle sole pizze o pietanze da asporto nei locali della pizzeria o ristorante. Non a caso durante la giornata le attività che sono aperte ancora al pubblico, tra cui anche i panifici (che vendono guarda caso anche la pizza), sono organizzate in modo da servire i propri clienti con tutti i mezzi di prevenzione nella propria struttura, facendo entrare uno alla volta gli stessi, che a loro volta sono ben equipaggiati con mascherine e che, nel rispetto delle regole, non hanno sintomi o non sono soggetti di provvedimenti sanitari, altrimenti andrebbero contro la normativa.
Non si tratta di trovare tramite il proprio commercialista o consulente sanitario l’escamotage per effettuare la vendita e restare aperti. Qui occorre un’attenta presa d’atto.
Mettere in campo misure rigorose significa questo, le mezze misure non servono. Se non siamo rigorosi oggi, rischiamo di trascinarci questo problema per mesi e mesi, con una crisi economica drammatica.
Occorre un’attenta e coscienziosa presa d’atto da parte di tutte le Autorità.