Il mondo del calcio dilettantistico piange Rocco Augelli
Il ricordo del giovane calciatore (e poi allenatore) scomparso, di San Giovanni Rotondo, affidato a Mario Ciro Ciavarella Aurelio.
IN MEMORIA DI UN RAGAZZO CHE CORREVA, E INSEGUIVA IL CIELO COLPENDOLO CON UN PALLONE
È maledettamente inutile. Siamo appesi ad un filo che non abbiamo generato noi. Ma che ci è stato inserito dentro le nostre membra non sappiamo da chi. E nemmeno il perchè. Lo chiamiamo a volte destino, o casualità. In un modo o nell’altro non dipende comunque da noi. Le nostre vite vengono coinvolte in un turbinio di eventi che alla fine danno degli esiti che non sempre ci piacciono.
Come quando tiriamo calci ad un pallone: vogliamo che quella sfera entri nella porta avversaria. Ma spesso non è così, ci sono infinite variabili che indirizzano quel pallone verso altri lidi: pali della porta, mani del portiere, o addirittura la palla colpisce la bandierina(!?) Viviamo in un Caos Perfetto, dove soprattutto la mente umana non ci si raccapezza mai!! cercando il bello, la verità, la giustizia nella vita di tutti i giorni. Alla fine un evento tragico rimette tutto in discussione.
Il pallone è una sfera, come il nostro pianeta, e spesso lo vogliamo prendere a calci per raddrizzare tutte le brutture del mondo!! Con gesti atletici che sembra non incidere in nessun modo sul pallone: lui tira dritto e continua a rotolare dove gli umani vogliono che vada. Da una parte all’altra del campo da calcio. Si giocano 90 minuti e alla fine quasi sempre c’è un vincitore. Ma il pallone è sempre lì: non lo uccidi nemmeno se lo ammazzi(!?)
E allora si cerca di giocare un’altra partita, molto strana: calciando il pallone verso l’alto, molto in alto, fino a non vederlo più! Dove si vuole scuotere la coscienza di chi è Lassù, per cercare di far vincere le partite più importanti a quelli che lottano per la vita.
Ma Lassù, spesso, i palloni che vengono inviati dai calciatori, non ci vengono restituiti. Come quelle anziane signore di una volta che non ci restituivano il pallone se andava sui loro balconi: se lo prendevano e lo bucavano (o la davano ai loro nipotini). No, non ricadano sulla Terra i palloni che vengono calciati molto in alto. E non sappiamo se un giorno, tutti noi, li ritroveremo Altrove. Dove forse ci aspettano. Per partite infinite. Con quei palloni che non potranno cadere giù. Ma rimarranno sopra le nubi. Dove, se si cade, non si sente nessun dolore!!!
Ciao Rocco…