I tedeschi a San Marco in Lamis durante la Seconda Guerra Mondiale

di Prof.ssa Barbara Massaro

Dopo il lavoro di ricerca effettuato da mio cugino Nico Palladino, appassionato di storia militare ed impegnato nella ricerca e ricostruzione di testimonianze, episodi, aneddoti ed avvenimenti riguardanti la Seconda Guerra Mondiale sul nostro territorio, ed ancora dopo esser stata coinvolta nell’ascoltare i racconti delle mie zie e di mia nonna, ho deciso di rievocare quel periodo drammatico.

Il Gargano ed il nostro paese sono stati solo marginalmente sfiorati dalla Seconda Guerra Mondiale e gli straordinari avvenimenti di quel periodo storico sono troppo lontani per poterli spiegare e ordinare. Sono importanti, per questo, le testimonianze e i ricordi che si possono raccogliere da chi li ha vissuti in prima persona.

Un aviatore ventenne tedesco della Luftwaffe, di stanza ad Amendola tra il 1942 e il 1943, Joseph Beyus, che poi sarebbe diventato un grande artista, ideatore del concetto di “Scultura Sociale” sosteneva che “la gente è meravigliosa a Foggia e sul Gargano”, avendo ricevuto gesti di affetto e riconoscenza da un popolo che aveva imparato a conoscere durante le sue passeggiate in città e sul Gargano, durante le quali gli veniva offerto di sedersi ad una delle tante tavole contadine del territorio.

Dopo aver letto le sue considerazioni ho pensato subito ai racconti ascoltati spesso da mia nonna e dalle mie zie che sin da prima della guerra possedevano una cantina che fungeva anche da posto di ristoro a Borgo Celano. In quel periodo vi era presente, proprio alle falde del Monte Celano, un presidio di militari tedeschi della Luftwaffe che aveva la funzione di segnalare al comando di Foggia l’arrivo dei bombardieri americani provenienti dal Nord Africa, seguendo una rotta sul mar Adriatico, in modo che potesse scattare l’allarme antiaereo in città.

Durante i momenti liberi questi avieri erano soliti radunarsi nel locale gestito dai miei nonni per poter bere un bicchiere di vino e mangiare del formaggio. Grazie alla preziosa collaborazione di Matteo Borgia di Manfredonia che ci ha fornito delle foto inedite di alcuni prigionieri tedeschi, detenuti nel campo di Manfredonia ubicato presso la stazione Campagna, e nella circostanza in visita a San Marco, ho potuto far rivivere la storia, i racconti, i ricordi dei miei nonni che hanno trovato riscontro in queste foto inedite scattate da un ufficiale tecnico tedesco della Luftwaffe, Heinz Schmidt, tratte da un album fotografico trovato nel campo di prigionia.

Altro doveroso ringraziamento va a Umberto Capurso e le Bellezze del Gargano.

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