San Marco in Lamis, “Bene Comune”: «Il risanamento del bilancio comunale tra nuove entrate e tagli agli sprechi»

Ecco una prima scheda del programma elettorale messo nero su bianco dalla lista civica “Bene Comune”. «Una novità assoluta perché il programma nasce dal confronto con tutte le parti interessate. La nostra democrazia partecipativa parte dalla condivisione del programma con la città, un vero patto coi cittadini», fa sapere il gruppo politico nato a sostegno della candidatura a sindaco del medico chirurgo Tiziano Paragone


Il risanamento del bilancio tra nuove entrate e tagli agli sprechi (perché gli interessi della comunità e lo sviluppo passano per un Bilancio “sano”)

***

Il dissesto finanziario, dichiarato con deliberazione di C.C. n. 48 del 20/07/2015, costituisce la situazione oggettiva ed imprescindibile da cui partire per poter mettere a punto un programma veritiero e realizzabile.

Qualsiasi programma non può non tenere conto di questo stato di fatto perché costituirebbe diversamente I’ ennesima presa in giro della città.

Per questo, per il Gruppo Bene Comune la priorità sarà il Bilancio Comunale che non può essere gestito con l’improvvisazione ma con cognizione di causa di quelli che sono i principi ispiratori e i vincoli di legge che oggi lo governano. Occorrerà individuare risorse da recuperare e spese da tagliare per poter chiudere i rendiconti in positivo, cioè in avanzo, al contrario di come avviene negli ultimi anni.

Innanzitutto, quando si parla di dissesto finanziario siamo di fronte ad un argomento di non facile comprensione, per i non addetti ai lavori e, pertanto, si ritiene doveroso spiegare ai cittadini cosa sia e come con il nostro programma si cercherà di risanare il bilancio comunale.

Quando si parla di dissesto finanziario degli Enti locali, facciamo riferimento ad una fase ben precisa della vita gestionale di un ente, la fase dell’inadempienza e dell’insolvenza.

In siffatto contesto, l’ente locale non è più in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si riesce a fare validamente fronte; quindi, dichiarare lo stato di dissesto significa dichiarare l’incapacità dell’ente di proseguire, in condizioni di economicità, la gestione nel rispetto e nel raggiungimento degli obiettivi, nonché nella piena osservanza del mandato elettorale.

Differentemente dalle imprese private, per le quali operano le procedure di fallimento, con riguardo all’ente locale, quest’ultimo per quanto dissestato e in crisi, deve comunque garantire, alla popolazione, i servizi istituzionali ed indispensabili per ragioni di interesse collettivo che, in quanto superiori, prevalgono sugli interessi dei singoli creditori seppur legittimi e anche se dovessero godere di privilegi. Quindi l’ente locale non può cessare di esistere, ecco che per poter garantire la continuità amministrativa, la dichiarazione di dissesto crea una frattura tra il passato ed il futuro, lasciando in vita il soggetto facendolo ripartire libero da debiti, ma anche privo di crediti o di patrimonio, se ceduto per le esigenze della liquidazione.

Pertanto, tutto ciò che è relativo al pregresso, compresi i residui attivi e passivi non vincolati, viene estrapolato dal bilancio comunale e passato alla gestione straordinaria della liquidazione con il fine di procedere all’accertamento della massa attiva e passiva.

Dichiarato il dissesto, infatti, si ha la netta separazione di compiti e competenze tra la gestione passata e quella corrente. In particolare, viene demandata all’organo straordinario di liquidazione (OSL) la competenza relativamente ai fatti verificatisi fino al 31 dicembre dell’anno precedente a quella relativa alla predisposizione di un bilancio riequilibrato. L’organo straordinario di liquidazione provvede, pertanto, alla rilevazione della massa passiva, all’acquisizione e gestione dei mezzi finanziari disponibili ai fini del risanamento ed alla liquidazione e pagamento della massa passiva mentre il Comune gestisce il bilancio riequilibrato “ripulito” dei debiti.

L’ipotesi di bilancio riequilibrato è il documento con il quale l’amministrazione locale, successivamente alla dichiarazione di dissesto finanziario, realizza il riequilibrio, mediante l’attivazione di entrate proprie e la riduzione delle spese correnti. Per la riduzione delle spese correnti, in particolare, l’ente locale è tenuto a riorganizzare con criteri di efficienza tutti i servizi, rivedendo le dotazioni finanziarie ed eliminando o riducendo ogni previsione di spesa che non abbia per fine l’esercizio di servizi pubblici indispensabili.

Oggi, anche se “tecnicamente” il Comune non è più in dissesto dal 2019, (il periodo di durata del risanamento dell’ente dissestato è di cinque anni), i numeri del bilancio lasciano intravedere una situazione alquanto preoccupante che necessita di interventi urgenti e mirati per il risanamento.

Nel nostro programma, l’attività amministrativa sarà incentrata con pieno rigore al risanamento del bilancio al fine di non incorrere in un nuovo dissesto.

Risanare il bilancio vuol dire:

  • avere le risorse necessarie per contrastare fenomeni di degrado

  • offrire servizi qualitativamente efficienti ed efficaci nel soddisfacimento dei bisogni dei cittadini,

  • creare sviluppo e incentivare giovani e imprese agli investimenti

  • alleggerire la pressione fiscale e tributaria

  • garantire interventi socio-assistenziali a favore delle fasce più deboli

In altre parole, se immaginiamo il Comune come una famiglia possiamo affermare che se una famiglia non ha debiti può tranquillamente permettersi di sostenere tutte le spese necessarie (affitto, utenze, spese per la macchina, vestiario, cibo, ecc..) per vivere dignitosamente!!!!!! Al contrario, deve fare delle scelte rinunciando, comunque, anche a spese indispensabili per la sopravvivenza.

Qual è oggi, a distanza di 6 anni dalla dichiarazione di dissesto, la situazione economico – finanziaria del Comune di San Marco in Lamis?

Ad oggi, il bilancio del Comune di San Marco in Lamis è tutt’altro che risanato. Siamo di fronte ad una gestione fallimentare che presenta, al 31.12.2020, un risultato di amministrazione di € -8.523.185,46. (DISAVANZO)

Tale disavanzo costa al Comune rate annuali, da restituire alla cassa Depositi e Prestiti, per:

 – € 282.776,97 negli anni 2021 e 2022

 – € 243.794,50 dal 2023 ed esercizi successivi per n. 30 rate

A fronte di una situazione così strutturata che rischia di portare ad un secondo dissesto, bisogna, quindi, individuare le misure necessarie a risanare il bilancio e di conseguenza l’economia del paese. La situazione è talmente preoccupante che lo Stato è intervenuto ad alleggerire tale disavanzo erogando a fondo perduto € 545.665,00. Somme che riducono il disavanzo ma non risolvono il problema.

Di certo, il gruppo “Bene Comune” per poter mettere a punto un programma di sviluppo e rilancio del paese, e della sua economia, dovrà puntare innanzitutto a:

RAFFORZARE LA CAPACITÀ DI RISCOSSIONE DEI TRIBUTI LOCALI ATTRAVERSO NUOVE METODOLOGIE E CAMBIO DI MENTALITÀ

Ad oggi, l’ente conta € 1.916.799,24 di tassa sui rifiuti (TARSU-TIA-TARI) non riscossa e considerata di dubbia e difficile esazione.

Basta questo solo dato a mostrare una sacca di evasione che va combattuta perché le entrate tributarie rappresentano il cuore pulsante di un bilancio comunale.

E’ evidente che si rendono necessari interventi che richiedono di adottare un “pensiero laterale”, di uscire quindi da schemi consolidati e trovare soluzioni nuove per rispondere alle sfide che abbiamo di fronte e a quelle che si presenteranno nei prossimi anni. Le sfide sono quelle di riportare il Bilancio comunale in attivo con avanzi di amministrazione da poter utilizzare per gli investimenti.

Le priorità, in riferimento alle entrate tributarie, saranno: standardizzare, programmare e calendarizzare le attività, abolendo le prassi inadeguate e inserendo strumenti di monitoraggio. Digitalizzare i servizi e fornire assistenza piena al contribuente, nell’ottica di combattere l’evasione ma anche evitare contenziosi tributari.

RECUPERARE TUTTI I CREDITI CHE VANTA IL COMUNE CHE AMMONTANO A SVARIATI MILIONI DI EURO E CHE GIACCIONO NEL DIMENTICATOIO.

Occorrerà mettere a punto un’attenta e puntigliosa operazione che dovrà essere fatta per le numerose entrate non riscosse, come quelle riguardanti le “non poche” cause vinte dal Comune e tutte quelle situazioni che vedono l’Ente Comune come creditore: concessioni, oneri di urbanizzazione, ecc. e per le quali ad oggi risulta a noi incomprensibile il lassismo nel recupero di queste ingenti somme che permetterebbero investimenti a largo raggio e ridurrebbero di parecchio il disavanzo, consentendo il tanto sospirato risanamento.

Un’attenzione particolare merita anche la questione “usi civici”. Bisogna immediatamente definire tutte le pratiche di affrancazione, che giacciono inevase da anni e che possono portare nelle casse del Comune somme considerevoli, anche attraverso incarichi esterni, in mancanza di personale. Il notevole patrimonio, inoltre, costituito dal demanio civico (oltre 3.000 ettari) deve diventare una risorsa anche economica.

REPERIRE FINANZIAMENTI PER GLI INVESTIMENTI. L’OPPORTUNITÀ DEL PNRR.

Le risorse messe a disposizione con il PNRR dovranno servire, per il Comune di San Marco in Lamis, a far si che gli aiuti agli investimenti si traducano in opportunità per il bilancio comunale.

C’è l’ambizione di invertire la rotta: il bilancio a sostegno dello sviluppo e lo sviluppo a sostegno del bilancio. Si metteranno a punto interventi che porteranno entrate nel bilancio comunale con il duplice scopo di favorire gli investimenti e lo sviluppo che, a loro volta, aiuteranno a risanare il bilancio

Cosa è il PNNR (Il Piano per la Ripresa e Resilienza) e come il Gruppo “Bene Comune” intende sfruttare l’opportunità

La pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2. L’Italia è stata colpita prima e più duramente dalla crisi sanitaria. La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU). È un programma di portata e ambizione inedite, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale; migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori; e conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Il Piano per la Ripresa e Resilienza garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021-2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto.

I fondi per Regioni Province e Comuni

Regioni ed Enti locali sono responsabili della realizzazione di una quota significativa degli investimenti previsti dal Piano, con riferimento alle diverse Missioni.

Il Gruppo “Bene Comune” si impegnerà, sin da subito, con amministratori competenti nelle materie di intervento e con il lavoro della macchina amministrativa a reperire le necessarie risorse per favorire:

Digitalizzazione della pubblica amministrazione e rafforzamento delle competenze digitali (es. l’offerta di servizi ai cittadini in modalità digitale)

Valorizzazione di siti storici e culturali, migliorando la capacità attrattiva, la sicurezza e l’accessibilità dei luoghi (sia dei ‘grandi attrattori’ sia dei siti minori)

Investimenti per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici con particolare riferimento alle scuole. Investimenti per affrontare e ridurre i rischi del dissesto idrogeologico.

Asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia

Politiche attive del lavoro e sviluppo di centri per l’impiego

Rafforzamento dei servizi sociali e interventi per le vulnerabilità (ad es. con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma delle persone con disabilità rinnovando gli spazi domestici, fornendo dispositivi ICT e sviluppando competenze digitali).

Assistenza di prossimità diffusa sul territorio e cure primarie e intermedie Casa come primo luogo di cura (ad es. potenziamento dell’assistenza domiciliare per raggiungere il 10% della popolazione +65 anni), telemedicina (ad es. televisita, teleconsulto, telemonitoraggio) e assistenza remota.

LE ENTRATE EXTRATRIBUTARIE

Una fonte di entrata extratributaria potrà essere rappresentata da una parte significativa del patrimonio immobiliare rappresentato dall’Edificio San Domenico Savio, Scuola Materna di Borgo Celano, ex orfanotrofio Santa Chiara, impianti sportivi e ricreativi, che devono costituire una risorsa, dopo il totale abbandono e degrado di questi anni, attraverso la creazione di laboratori e musei scientifici che possano fungere da attrattiva per i target più svariati, come ad es. le scolaresche e i visitatori adulti.

RIDUZIONE DELLE SPESE E RIVISITAZIONE DEI CONTRATTI IN ESSERE

Le risorse si reperiscono con le entrate ma anche tagliando le “spese inutili”. E’ necessario tagliare tutte quelle spese che non sono funzionali all’espletamento delle funzioni fondamentali che l’ente è chiamato a svolgere. Tagliare vuol dire anche rivisitare tutti i contratti di servizio e forniture in essere per valutarne i costi e i benefici.

IL CONTENZIOSO

Il contenzioso deve essere ridotto sia per ragioni di spesa ma, soprattutto, perché spesso è indice di disservizi che portano i cittadini a ricorrere alla via giudiziaria.

PIANO DI ESTINZIONE DEI DEBITI DELL’ORGANO STRAORDINARIO DI LIQUIDAZIONE

Dalla lettura del Piano di estinzione dei debiti dell’Organo Straordinario di Liquidazione, risulta chiaramente che il risanamento finanziario del Comune richiede ancora un grande impegno. Infatti, vi sono ancora decisive questioni da definire, come gli espropri, i fondi vincolati dei servizi sociali, le richieste dei creditori non ammessi alla massa passiva e quelli che hanno rifiutato la transazione. In pratica, vi sono ancora diversi milioni di euro di pendenze.

L’Amministrazione non può essere soggetto passivo rispetto a tali situazioni, non può essere semplice spettatore, ma dovrà impegnarsi attivamente con tutti i creditori per definire le diverse pendenze, prima che riemerga di nuovo un contenzioso abnorme, come lo ha definito l’Organo di Liquidazione.

Quello che il Gruppo “Bene Comune” si propone è un’operazione verità: far emergere debiti e crediti e trovare le giuste soluzioni che possano portare il Comune fuori dall’empasse in cui si trova, ormai da diversi anni, perché abbiamo la consapevolezza che solo un bilancio sano può portare sviluppo ed erogazione di servizi in grado di soddisfare i reali bisogni dei cittadini/comunità di cui il “comune ne è rappresentante, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo (art. 3, comma 2, D.Lgs 2000 n. 267 – Testo Unico degli Enti Locali)”

Print Friendly, PDF & Email