Il sindaco di San Nicandro, Matteo Vocale: «Criminalità, intervenire in trincea»
“La visita del ministro Lamorgese con le sue rassicurazioni e l’annuncio del ministro Cartabia sullo spostamento a Foggia della DDA, fanno sicuramente ben sperare ma non bastano”.
Così il sindaco di San Nicandro Garganico Matteo Vocale, in merito alle iniziative dei giorni scorsi sul problema criminalità in provincia di Foggia, tra le quali spicca per valore la costituzione dell’associazione antiracket intitolata ai fratelli Luciani.
“L’attenzione dello Stato verso la cosiddetta “Quarta mafia” – dichiara Vocale – non può e non deve manifestarsi solo con operazioni e provvedimenti di vertice, che forse hanno grande peso mediatico e sono sicuramente utili ma non incidono come si dovrebbe sul territorio.
Occorre rafforzare gli organici dei comandi di stazione, intervenire in trincea. E’ fondamentale per due motivi: far sentire ai cittadini di essere davvero protetti e dare loro la forza necessaria per poter denunciare; fare maggiore attività di prevenzione nei contesti ad alta marginalità sociale, di cui è stracolma la Capitanata. Il resto tocca alla politica locale, che deve stare sempre dalla parte dello Stato con i fatti, ad iniziare dalla mitigazione dei disagi sociali.
Prima che intervenire sulla mafia con la repressione, occorre stroncare sul nascere quello che mafia potrebbe diventarlo. Gli uomini delle forze dell’ordine che sono sul territorio lavorano incessantemente ma non basta, perché sono pochi. E’ da lì che bisogna iniziare, altrimenti vuol dire che lo Stato non ha capito nulla di questa provincia”, chiosa Vocale.
L’altro passaggio è sui presidi giudiziari: “Mi dispiace sentire il sottosegretario Sisto dichiarare che il ministero di Giustizia ha altro a cui pensare – afferma il sindaco del comune garganico che in passato è stato tra i territori più caldi nelle dinamiche della mafia del Gargano – Non so quali siano queste priorità: anche in questo caso vuol dire che lo Stato non ha capto nulla o fa finta. Quella dei tribunali non è affatto una questione di presidio simbolico. La Procura di Foggia è in sofferenza e lo dice chi ci lavora, lo dicono gli avvocati, lo dicono gli uomini delle Forze dell’Ordine, lo dice un sistema che non regge. Se si vuole aiutare questo territorio veramente – conclude il sindaco – servono subito uomini in ogni comune per portare a pieno organico o potenziare i comandi di stazione e, nel contempo, si deve accelerare sulla costituzione delle tre procure invocate dal Procuratore Vaccaro: se dovesse occorrere, il mio comune sarà in prima fila per quello che si riterrà più opportuno, compresa la messa a disposizione di mille metri quadri di locali”.