Anche poesie di Joseph Tusiani nell’ultimo album “Apulia Way” degli Audiofolk
di Luigi Ciavarella
Pubblicato due anni fa dalla ADRecords di Edgardo Caputo, l’album degli Audiofolk dal titolo “Apulia Way” arricchisce ulteriormente il nostro territorio di nuove splendide canzoni prevalentemente tradizionali, come leggiamo nella nota di copertina.
La formazione, guidata da Leonardo Giagnorio, rappresenta una realtà significativa nel nostro amato Gargano, dove ben si inserisce nel solco in cui musica e parole pur conservando quel sapore antico tipico della tradizione rilanciano la canzone popolare su nuove basi decisamente molto più contemporanee e seducenti.
L’album è il quarto prodotto dal gruppo di Sannicandro Garganico dopo “Verdauliva ed altre storie”, “O-re-re” e Sagghie u mare”, e sin dal primo ascolto si coglie subito quella freschezza inusuale che deriva dalla pienezza degli arrangiamenti che riescono a coinvolgere l’ascoltatore in una relazione di suoni e parole che non lasciano scampo. Vi troviamo molto in quest’album dalle infinite risorse : Tarantelle, Filastrocche, Pizzica e persino cenni di musica irlandese dove il tutto è avvolto da quel calore mediterraneo che sembra guidare le ispirazioni della band (formata da Leonardo Giagnorio, il leader, cantante, chitarra, e fisarmonica, e da Nazario Fania, chitarra, Nicola Vitaliano al basso, Andrea Presutto, percussioni, il flauto di Giovanni Delle Fave, molto presente, il violino classico della nostra Maria Villani, Catia Palermo e Maddalena Giagnorio, cori e violino elettrico) in un vortice di passioni che possiamo trovare all’ascolto nei 13 brani che compongono questo superbo CD, sei dei quali con testo di Joseph Tusiani, che accresce di molto il valore dell’album.
La compilation è introdotta dal brano “Joré” firmato da Giagnorio, (terra nata da lu mare, terra antica, terra dura) che chiarisce subito il suo legame con la terra, poi prosegue con “Franne e stelle” con testo di Joseph Tusiani che possiede un suono brioso come il successivo “Che ce dice pe su munne”, due delle poesie più iconiche dello scrittore italo-americano, che con ironia e una certa irriverenza racconta verità di paese.
Altri brani da “Nenna mia”, “La vulpucedda”, “Apulia Way”, quest’ultimo che da il titolo all’album, è un invito al ballo con una scrittura melodica molto bella e armoniosa.
“Bella figliola” è una pizzica cantata a due voci con Catia Palermo (presente anche nel brano “Quanne so bbelle li denare”) mentre con “Mezeiurne” tornano le parole di Joseph Tusiani ma questa volta con tono struggente (quanta vote mi ricorde dda muntagna), straripante di nostalgia (sule sule pe’ sta vadda); segue “Sirena de ‘llu mare” di Leonardo Giagnorio eseguito con un arrangiamento molto elaborato e una interpretazione molto personale che dà la misura della bravura non soltanto dell’autore ma della formazione intera.
Le ultime quattro canzone, tre delle quali con poesie di Joseph, proseguono lungo un perimetro che si discosta di poco dal resto anche se bisogna sottolineare l’ultima traccia “Terra bella terra mia”, tratta anche questa dal Tusiani più incline al rimpianto (Quistu vine iè trascente/tegne sule nu bicchiere) che ha già avuto in passato, grazie a Peppino Coco, un’altra diversa versione (presente del CD La Padula, 2016).
La canzone popolar/tradizionale garganica da un po’ di decenni in qua ha mutato le sue caratteristiche fondanti. E’ ormai lontano il sogno dei Cantori di Carpino come di quei gruppi di Monte Sant’Angelo legati a quelle stesse esperienze (prodotte da Franco Nasuti attraverso le formazioni da lui create), oggi la musica popolare garganica si nutre si del linguaggio dialettale
legato alle radici ma produce le sue composizioni con piglio cantautorale (cito ad esempio i Terranima, i Sud Folk e anche i nostri Festa Farina e Folk) e questo magnifico lavoro degli Audiofolk non fa eccezione.