Mikalett fa rinascere il mito di Gigolette

Uno delle canzoni simbolo del dopoguerra rivive con la voce di Mikalett

di Luigi CIAVARELLA

Un ritorno al passato per il cantautore Mikalett, giù sino agli arbori degli anni cinquanta quando questa canzone, dal titolo “Gigolette“, dai toni nostalgici, egli amava ascoltare dalla flebile voce di sua madre nel tempo in cui il nostro paese natio viveva una sua dignitosa esistenza fatta di piccoli semplici gesti ma di grande umanità.

A distanza di tanto tempo egli riprende quella canzone-ricordo, resa famosa allora grazie alle interpretazioni ricevute dapprima da Gino Latilla e in seguito anche da Claudio Villa, contenuta nell’album “Terra straniera” (entrambe le versioni sono del 1951), per renderci partecipi di quella atmosfera parigina che ci ricorda tanto il dopoguerra così impregnato di suggestioni musicali, di boulevard e di bistrot. In Francia la figura di Gigolette è stata portata al successo da Yves Montand e in Italia ebbe anche una versione cinematografica oltre ad una famosa rappresentazione teatrale in tre atti nel 1922 con Nella Regini, attrice molto nota, su musiche di F. Lehar. Una notorietà che desta curiosità per una figura che rappresenta una ragazza dai facili costumi, donna della malavita. Però la canzone possiede un testo passionale (“Gigolette quando avevi vent’anni eri bella e felice lo so/Eri un fiore del fango/Ma allor tutti passi rendevi d’amore”) che ci trasmette un senso di libertà e di indipendenza che Mikalett fa rinascere con questa sua versione. La sua più che un remake di vecchie melodie polverose, dominate allora da un suono di fisarmonica sullo sfondo, è una accorata rilettura più vicina ai gusti di oggi che, pur traendo ispirazione dal passato, riprendendo quel tempo di valzer struggente e quelle parole sopravissute alla memoria di pochi, vi narra una storia d’amore senza tempo, facendoci riscoprire una delle icone musicali del ‘900. Gli arrangiamenti sono di Ciro Iannacone nel cui Studio è stato registrato il brano.