Antonio Del Vecchio tra storia, ricerca e letteratura

di Luigi CIAVARELLA

A circa tre mesi dalla sua dipartita, possiamo tracciare, seppure in modo sommario, un primo profilo delle varie attività giornalistiche e culturali che hanno occupato la vita intellettuale di Antonio Del Vecchio, nativo di Rignano Garganico e noto ai più per le sue corrispondenze al quotidiano la Gazzetta del Mezzogiorno.

Ma Tonino, così come confidenzialmente veniva chiamato, non è stato soltanto un giornalista (ricordiamo anche le tante altre collaborazioni avute con vari altri giornali sia cartacei che Web) ma, fatto più rilevante, egli è stato anche e soprattutto uno scrittore appassionato di storia e di cultura del territorio da tutti apprezzato, operando nei limiti di un perimetro che comprendeva le cittadine di San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e Rignano Garganico, pubblicando in questo ambito, nel corso del tempo, una serie di volumi di vario interesse culturale sia per conto della CRSEC della Regione Puglia, di cui fu responsabile del Distretto FG/27, che del Circolo Culturale “Giulio Ricci” di Rignano Garganico.

Un terreno di ricerca molto ampio ed eterogeneo su cui egli ha saputo indagare con professionalità e passione scegliendo sempre gli argomenti da trattare con molta cura e lungimiranza conferendo spazio e dignità ad ogni aspetto formativo di questa parte del Gargano, in genere poco esplorata, attraverso una ricerca e una divulgazione molto fruibili ma scrupolose che hanno senz’altro arricchito e valorizzato la conoscenza del territorio. Libri che hanno spesso avuto anche un adeguato corredo fotografico sia quando si è trattato di scatti d’epoca che complementari al testo fornendo così una più completa aderenza al percorso narrativo. Si pensi in tal senso ai volumi dedicati al tema della emigrazione così ricchi di immagini e documenti come per esempio l’eccellente Così ho lasciato la mia terra, che ha avuto ben due edizioni, curate entrambe da Antonio Del Vecchio e Sergio D’Amaro; seguendo la traccia con Italy Italien Italie Italia, e un terzo tomo più circoscritto alla sola Rignano Garganico, (Dal paese al mondo), prodotto insieme al figlio Angelo. Si tratta di tre testi fondamentali per capire la complessità del fenomeno migratorio che ha interessato la nostra terra a partire dal dopoguerra.

Non meno interessanti gli altri volumi pubblicati. Si va da Io parto non so se ritorno con sottotitolo Storie di Caduti e Reduci della II Guerra Mondiale, e Mai più, “storia di militari italiani scampati ai lager nazisti”, dove emergono le tante vicende di reduci ed internati, ricco anche questo di toccanti testimonianze, testuali e fotografiche. Da aggiungere la ricerca archeologica su Grotta Paglicci a cui ha fatto seguito la curiosa stampa fotostatica degli scritti di Arturo Palma di Cesnola, l’archeologo scopritore del famoso sito, che fa tutt’uno con gli altri cataloghi illustrati pubblicati a corredo divulgativo del museo paleontologico, sino al racconto della musica locale (Bande e gruppi musicali di San Marco in Lamis), scritto insieme a Gabriele Tardio e il sottoscritto, Antonio Del Vecchio ha esplorato ogni campo degno di interesse scandagliando un terreno fertile ma ancora vergine per riportarlo infine alla luce della storia.

Il catalogo comprende anche alcuni volumi di natura letteraria rivolti allo studio della lingua dialettale: i vocabolari Piccolo vocabolario sangiovannese di Michele Rinaldi, In dialetto si dice di Paolo Gentile e la raccolta poetica di Giovanni Scarale, A mosse a mosse zinnanà Degni di attenzione anche I pupari di Capitanata e l’esperienza di San Giovanni Rotondo e I portali di San Marco in Lamis.

Da sottolineare su tutti il sontuoso Rignano Garganico, tra pietre e segni della storia, edito nel 1999, con abbondanza di immagini di portali artistici e angoli suggestivi del paese. Un lavoro appassionante il suo, quasi un atto d’amore rivolto al suo paese natio, il luogo dell’anima dove Antonio Del Vecchio maggiormente ha guardato per le sue ispirazioni.

Infine da citare il suo ultimo sussulto editoriale, uno smilzo ma prezioso libretto dedicato alla potente famiglia Corigliano di Rignano Garganico (La storia della famiglia Corigliano“, 2024) che vuole essere un excursus nella storia della famiglia (di baroni e poi marchesi) più importante della Rignano di un tempo, narrando sin nei particolari più reconditi il profilo biografico di ciascun componente.

Accanto a questa intensa attività di ricercatore e storico, Antonio del Vecchio ha trovato il tempo per dare alle stampe in età adulta anche due opere letterarie molto intriganti. Si tratta di due romanzi pubblicati tra il 2020 (Ritratto del giovane Ottavio) e il 2023 (Rocco e Carmela), entrambi introdotti da Sergio D’Amaro. Nel primo romanzo l’Autore svolge un lavoro di ricerca introspettiva sul suo passato raccontando peraltro episodi anche molto gustosi, mentre nel secondo volume, più interessante a mio avviso, intesse una trama di tipo dannunziano, come ci suggerisce Sergio D’Amaro nella presentazione, introducendoci nella intimità di quei rapporti umani storicamente intrattenuti tra le due comunità, quelle garganica e abruzzese nel corso dei secoli, grazie alla transumanza sul cui tracciato nascono e pulsano, tra tante peripezie, anche belle storie d’amore tra giovani pastori.

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