Una foto, una storia: Delitti e castigo
La coscienza alla fine riemerge sempre. Almeno nella maggior parte degli uomini. E in quelli che non riemerge, è perchè non c’è stato tempo: sono morti prima di chiedere perdono. Il male fatto non si può dimenticare, nemmeno a distanza di decenni, è una prerogativa della nostra specie: abbiamo l’esclusiva di poter ammettere aver sbagliato.
Anche se ci sono sporadiche eccezioni: ma quelli sono uomini e donne che hanno sfidato, con le loro vite, le logiche del Mondo. Dimostrazioni viventi che anche la Natura può essere matrigna e considerare alcuni elementi come umani, quando invece non sono classificabili.
Delitti e castigo. In questo caso il castigo è stato quello di fare dimorare le anime di migliaia di innocenti dentro le mura di una casa, per essere più precisi nella “Winchester House” (nella foto), una villa enorme che conteneva fino a meno di cento anni fa, qualcosa come: 160 stanze, 40 camere da letto, 6 cucine, 13 bagni, oltre 1.200 finestre e circa 10.000 vetrate, e tanto altro ancora. Occupando all’epoca 650.000 m².
Il tutto per chiedere perdono. Il tutto come castigo per aver causato migliaia di vittime per colpa di un fucile: il “Winchester”. All’interno di questa esagerata dimora dovevano trovare posto le anime di coloro che caddero colpiti dai proiettili sparati da questo fucile.
Ma le persone da castigare non furono gli esecutori materiali dei colpi sparati, ma la consorte del signor William Winchester, la signora Sarah Pardee. La vedova Winchester credette che la sua condizione di vedovanza fosse stata dettata dal fatto che il padre del marito aveva costruito il fucile. Da quel momento la maledizione del Winchester si abbattè sulla famiglia.
Nel 1866 morì la figlia di pochi mesi dei Winchester, Annie e nel 1881 morì il capofamiglia William. Sarah rimase sola e consigliata da una medium decise di lasciare la sua abituale dimora nel New Heaven e di costruirne un’altra a San Jose. E così fece: la fece enorme, per lei e per tutti gli spiriti delle vittime delle carabine Winchester, e la costruì fino a quando Sarah visse. I lavori iniziarono nel 1884 e terminarono nel 1922, anno della morte della proprietaria avvenuta all’età di 83 anni per cause naturali.
La signora Winchester prese su di sè, tutto il male del Mondo, o almeno quello causato da pistoleri e fuorilegge che usarono quel fucile. Ha voluto espiare da sola l’invenzione di un’arma da fuoco che toglieva la vita, soltanto premendo un grilletto, niente di più facile. I peccati di tanti hanno trovato un modo di essere rimessi in una dimora, dove vagano ancora le anime di migliaia di innocenti.
Anche se nel tempo “Winchester House” è stata ridimensionata: adesso gli spiriti di quei trapassati vivono nei mattoni dismessi e usati chissà come e chissà dove. Anime disperse nel Mondo e ricordate per sempre grazie alla coscienza di Sarah Winchester.
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO