Una foto, una storia: Questo compromesso non sa da fare!
Tanti anni fa, quando la politica aveva un “certo senso” e anche dei colori “sociali” ben definiti: rossi (Sinistra), bianchi (Centro), neri (Destra); si cercò in qualche modo di far governare insieme le due forze politiche più votate: Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano.
Nulla di più difficile nell’intera storia della nostra Repubblica: i due partiti più suffragati fino a qualche decennio fa, non riuscirono a sedere dalla stessa parte in Parlamento. Troppo diversi, dissero quelli contrari a questo matrimonio storico, o per dirla in modo più preciso: Compromesso Storico.
I democristiani figli legittimi del Piano Marshall, e i comunisti anche loro figli legittimi del partito comunista sovietico, che guardavano, anche se da lontano l’operato dei due “eredi politici”, li tenevano a bada. Anche se Enrico Berlinguer si distaccò dalla “Casa Madre”, dando al partito comunista più numeroso dell’Occidente, caratteristiche più democratiche.
Nella foto vediamo il leader comunista italiano stringere la mano al Presidente della DC, Aldo Moro nel giugno del 1977, meno di un anno prima che il democristiano venisse prima rapito e poi ucciso. È stato uno degli incontri durante i quali si cercò di buttare le basi al Compromesso Storico come tappa di riavvicinamento tra i due partiti.
Di chi fu la colpa di questo matrimonio politico fallito? se così lo possiamo definire. I primi a smarcarsi furono i Socialisti di Bettino Craxi, che vedevano in questo progetto politico un chiaro tentativo di mettere da parte il PSI e di allontanare definitivamente l’idea di un’alternativa di sinistra che portasse il PCI al governo. Ma anche l’ala più “rossa” dei comunisti non voleva che questo progetto prendesse vita; anche in casa DC, soprattutto Andreotti non voleva che si mischiassero in Parlamento “il diavolo e l’acqua santa”: clericalismo e collettivismo comunista. Intanto le bombe e i sequestri da parte dei terroristi rossi e neri continuavano quotidianamente ad infiammare la Penisola.
Il tentativo di Berlinguer di rendere più forte il governo italiano, sommando le forze politiche tra “rossi” e “bianchi”, tendeva soprattutto ad isolare politicamente ed ideologicamente soprattutto gli attentati degli estremisti rossi, come le Brigate Rosse. Il Partito Comunista si è sempre dissociato dall’operato di queste figure ambigue “della politica”.
Alcuni storici asseriscono che il rapimento e la successiva esecuzione di Aldo Moro, sia stata dettata proprio dal “pericolo” che i terroristi avevano fiutato: una grande coalizione governativa tra i due maggiori partiti. Non sappiamo se questa ipotesi fosse quella giusta. Ma sappiamo che nel mirino delle BR, prima di Moro c’era certamente Giulio Andreotti. Ma questi era più difficile sequestrarlo.
In un’Italia complessa come quella degli anni ’70, quando la società si stava evolvendo e si sentivano ancora i vagiti del ’68, era difficile allora (e anche adesso), fare delle analisi politiche precise. Anche capire come potesse essere l’Italia di oggi se quel compromesso storico fosse avvenuto. Forse non ci sarebbe stata Tangentopoli, e Aldo Moro sarebbe ancora vivo.
La Storia si muove sempre sul filo di un rasoio: con un niente cambia la sorte di un’intera Nazione.
Mario Ciro Ciavarella Aurelio