Arturo Palma di Cesnola tumulato tra i grandi di Antella
Continua la foscoloniana ‘corrispondenza d’amorosi sensi’ tra Firenze e Rignano Garganico, l’uno luogo di nascita e residenza, l’altro di adozione e di lavoro del medesimo protagonista. Lo è, per aver speso oltre trent’anni di vita nello studio e nella ricerca, a Grotta Paglicci, noto sito paleolitico di fama internazionale.
Ci riferiamo ovviamente alle ultime ore di vita di Arturo Palma di Cesnola (1928 – 2019), in una foto da giovanissimo, alla sua morte e ai funerali, di cui abbiamo già dato notizia. L’ultimo atto del doloroso evento si è svolto, invece, l’altro giorno, con la tumulazione della salma, avvenuta sotto gli occhi commossi dei pochi intimi, nella cappella di famiglia accanto alla tomba della moglie, Marina Imperiale, che l’ha preceduto appena di alcuni mesi. Quest’ultima, come lui, di stirpe nobile, appartiene al casato dei Sant’Angelo dei Lombardi, patrizi genovesi.
La predetta cappella di famiglia si trova nel Cimitero Monumentale dell’Antella, frazione del Comune di Bagno a Ripoli in provincia di Firenze. Qui, il luogo, sin da quando il capoluogo toscano funzionò per sei anni da capitale d’Italia, divenne subito oggetto d’interesse da parte della nobiltà locale che vi costruì pregevoli cappelle. In seguito fu scelto come luogo di ultimo ed eterno riposo da personaggi di primo piano non solo del posto ma a livello nazionale nei diversi campi della professione, della musica, dell’arte della letteratura, delle istituzioni e della politica. Si arricchì pure di opere d’arte di grande valore in termini di busti, bassorilievi, lapidi e quant’altro. Vi operò anche la famiglia Chini, composta da figli d’arte.
Qui, come dice Foscolo, si consuma la comunione e il ricordo tra vivi e vivi e soprattutto tra vivi e morti. A significare che la vita continua con la memoria anche dopo la morte, specie quando si lascia alle nuove generazioni una montagna di opere in termini di scienza e di creatività, come nel caso appunto di Palma di Cesnola che, oltre a e decine di libri sugli innumerevoli ritrovamenti archeologici, ne ha sfornato altri assai pregevoli di poesia, di racconti e di romanzi veri e propri, come “Il giornale di scavo”, dedicato alle innumerevoli campagne di scavo a Grotta Paglicci, con fatti e personaggi, ambientati in loco e ispirati al vero. Da evidenziare, inoltre, che qui hanno trovato dimora, non solo uomini importanti, ma anche donne illustri. Tra l’altro, la Fanny (Targiotti-Tozzetti), così cara al grande Leopardi, che a lei dedicò un intero poema, alias Ciclo di Aspasia.
Insomma, è una tomba che sta bene ad un grande uomo come lui in tutti i sensi e campi dello scibile. Addio, Arturo Palma di Cesnola, riposi in pace! (AntDV)