Gli ATOMIUM nell’era pop rock dei ’70 a San Marco in Lamis

La formazione è diretta discendente dei Butterflys, appena scioltasi agli inizi degli anni settanta, per fare spazio ad una nuova band formata da Paolo Pinto, che prende il posto di chitarrista che fu di Angelo Accadia, e Leonardo Pignatelli, proveniente dai Rubacuori, che assumono da subito il ruolo di leadership. Si chiamano Atomium e prendono il nome dal famoso monumento d’acciaio che si trova a Bruxelles al Parco Heysel. Gli altri componenti sono Mario Mossuto al basso, Mario Masullo alla batteria e Leonardo Parisi alle tastiere Farfisa, quest’ultimo anche cantante.

Le personalità emergenti sono dunque Leonardo Pignatelli e Paolo Pinto che hanno due diverse visioni contrapposte di concepire la musica pop contemporanea da cui traggono linfa. Se il cantante/frontman predilige canzoni più leggere e di sicuro successo, – sicuramente più adatte alla sua voce e al suo temperamento emotivo – (si pensi al vasto repertorio dei Pooh e loro derivati), riguardo il chitarrista egli sembra più interessato ai nuovi suoni rock sicuramente più stimolanti da un punto di vista creativo. Quindi due diversi modi di porsi davanti a delle scelte musicali che non creano tuttavia alcun problema alla vita del gruppo. Gli Atomium sono una band compatta e determinata a crescere attraverso scorribande live che sono, come di costume in quei tempi, rivolte alle balere, ai ricevimenti nuziali e alle serate da ballo, luoghi di intrattenimento puro dove hanno modo di mettere in mostra il loro talento.

Così tra una When a blind man cries “rubata” ai Deep Purple (dove Paolo ha modo di mettere in evidenza non soltanto le sue doti strumentali ma anche una sorprendente voce) e una Love like a man dalla lunga cavalcata chitarristica, presa da Alvin Lee, (forse suo punto di riferimento in quel momento), e un repertorio leggerino diviso tra Pensieri e salici piangenti,etc. caro a Leonardo, gli Atomium trovano il loro punto di equilibrio perfetto vivendo la loro stagione più esaltante.

Non saprei dire di preciso quando sia durata la loro esistenza poiché ad un certo punto sono subentrati altri musicisti senza peraltro intaccare più di tanto lo spirito originale del gruppo, anzi, come è tradizione in queste circostanze, hanno alimentato nuovi suoni e persino nuove aspettative. Almeno sino alla nascita del nuovo gruppo di Paolo Pinto, nel 1974 il Mosaico, che si apre alle esperienze proto progressive presenti in quel momento in Italia, con nuovi musicisti, la formazione sopravvive egregiamente. Dopodiché con l’abbandono di Mario Mossuto, trasferitosi fuori città, ed altre defezioni importanti avvenute subito dopo, gli Atomium cessano di esistere. D’ora in poi Paolo Pinto, che della formazione è stato il vero leader, prosegue imperterrito la sua attività di musicista. Dopo il Mosaico, che avrà un momento anche di celebrità, seppure effimero, dovuto alla partecipazione al noto concorso di Castrocaro, – oltre ad un famoso concerto celebrato al cinema teatro Piccirella nella metà dei settanta a nome Atomium (di cui a distanza di tempo sono emersi alcune storiche tracce sonore e visive) -, Paolo Pinto formerà i Fly con una lunga sequenza di edizioni che lo impegneranno per tutti gli anni ottanta e anche oltre.

Luigi Ciavarella

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