San Giovanni Rotondo, oggi il ricordo in occasione del 99esimo anno della strage dei Socialisti
Si rinnova il ricordo dell’eccidio del 14 ottobre 1920, a San Giovanni Rotondo. Come risaputo, la mattina dell’anzidetto giorno i Socialisti avevano organizzato un corteo con le bandiere rosse e la banda musicale.
Tanto per festeggiare l’avvenuta e sorprendente vittoria ottenuta alle elezioni amministrative. Il corteo, dopo aver girato per le vie principali del paese si era concentrato nella piazza antistante il locale Municipio, attuale Piazza dei Martiri, deciso fermamente ad a inalberare su uno dei balconi Palazzo la bandiera rossa, a simboleggiare il successo ottenuto.
Qui trovarono l’opposizione di un ingente schieramento formato da una quarantina di Carabinieri e 82 Soldati. Questi ultimi, temendo di essere sopraffatti e sollecitati dalle invettive di un centinaio di ‘arditi’ del blocco conservatore (quelli che di lì a poco avrebbero alimentato la fiamma fascista), cominciarono a sparare, uccidendo tredici cittadini.
All’incontro, che avrà luogo nel cortile interno del municipio, oggi, lunedì 14 ottobre, 99° anniversario, con inizio alle ore 18.00, interverranno: Michele del Sordo, responsabile Anpi del posto; Michele Crisetti, sindaco della città; Michele Galante (già deputato e segretario delle Federazioni del partito a Foggia e a Bari. storico locale e autore di molti libri), in veste di Presidente dell’Anpi provinciale; Antonio Tedesco, direttore scientifico della Fondazione Nenni, autore del libro “Quella voce fucilata nella piazza. Di e su questo, Giovanni Scarale, poeta e letterato socialista, ci ha lasciato al riguardo una composizione dedicata a Luigi Tamburrano, parlamentare della prima ora del Partito Socialista d’inizio secolo e del dopoguerra, padre di Giuseppe, docente universitario di lungo corso, scrittore e dirigente di primo piano ai tempi del Partito di Bettino Craxi.
Quest’ultimo, eligendo sindaco, assieme a Luigi Di Maggio, futuro vice presidente della Provincia e preside di lungo corso al Liceo Classico “Giannone” di San Marco in Lamis (lo stesso che frequenterà in seguito l’attuale Presidente del Governo, Conte), avevano cercato con buone parole di distogliere la folla dalle provocazioni. Della predetta poesia, riportiamo di seguito il passo più significativo: Quella voce fucilata nella piazza /quella voce dell’umile vittoria / è rimasta nelle strade contadine / della tua terra come germe / incorruttibile dell’ansia / antica di ogni terra (…). Tanto, per restare storicamente vicini, a quel tempo anche i centri vicini di San Marco in Lamis, si tinsero di rosso, conquistando le rispettive amministrazioni comunali (si veda libro”La storia dei Socialisti sammarchesi…” di Galante). (AntDV)