Non si può tacere, il silenzio “uccide”

di Massimo Stilla

I padri Costituenti hanno voluto porre alla base della nostra democrazia la libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero, in tutte le sue forme, onde evitare derive totalitarie, le cui passate esperienze hanno prodotto tanta sofferenza.

I giornali e i giornalisti sono i cani da guardia della democrazia e la disponibilità di questi “strumenti” garantisce partecipazione attiva dei cittadini al controllo dell’attività amministrativa, e di denuncia se disallineata ai “bisogni” primari di una comunità, nel DIRITTO di vivere nel rispetto delle più basilari regole, di qualsiasi natura.

La denuncia pubblica dei cittadini infastidisce ed innervosisce chi rappresenta le istituzioni, i quali dovrebbero farsi carico di rimuovere gli ostacoli per fare meglio e bene. Invece questi vorrebbero tutto “silenziato”.

Non è possibile: la LIBERTÀ di ogni comunità di “ribellarsi” all’inarrestabile degrado è come l’acqua, nessun muro può impedirne il passaggio, trova sempre un “buco” da cui passare ed inondare i campi.

Le osservazioni, incomprensibili, di chi rappresenta le istituzioni ad articoli, post sui social, interviste/denuncia, cercano di deviare l’attenzione dal nocciolo del problema, e la risposta resta sempre banale e superficiale.

Amministrare una comunità di PERSONE, e sottolineo di persone, comporta capacità, competenze, ONESTA’ intellettuale, e chi giornalmente mostra il contrario, dovrebbe astenersi dal proporsi amministratore della cosa pubblica.

Mai pesare in partenza, sempre all’arrivo.

“Non si può costruire niente di solido sulle bugie e sulle omissioni” (Isabel Allende).

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